Modelli scultorei

Visitazione

di Pogliaghi Lodovico (Milano, 1857 - Varese, 1950)

Cronologia: 1902

Misure cm: 117 × 87 × 9,5

Materia e Tecnica: Gesso a rilievo

N. Inventario: MR744

Il modello in gesso, datato 1902 ed esposto in Museo nella sala n. 18, fu eseguito da Lodovico Pogliaghi per la formella della “Visitazione” nella porta maggiore del Duomo, cioè quella centrale.

Nel 1847 la Veneranda Fabbrica aveva infatti ricevuto un’importante eredità dal conte Giacomo Mellerio per la realizzazione in bronzo della porta, che avrebbe dovuto raffigurare i “Fasti della Beata Vergine Maria, i dolori della sua maturità e la sua gloria”. Lo scultore scelto per l’importante commissione fu il giovane Lodovico Pogliaghi, che da un’impostazione classicista di base appresa all’Accademia di Brera era presto passato a uno stile neogotico fiorito, in cui gli elementi naturali appaiono semplificati e stilizzati in un elegante gioco di linee “floreali”.

Tali caratteristiche si riscontrano anche nel modello della “Visitazione”: di forma rettangolare, l’opera rappresenta l’incontro fra Maria, incinta di Gesù, e la più anziana cugina Elisabetta, a sua volta in attesa di san Giovanni Battista.

La formella, caratterizzata da un coronamento architettonico ad arco inflesso trilobato, reca uno sfondo naturalistico con un pilastro sulla destra che accenna a una dimora e due angeli in cielo sulla sinistra.

Oltre a Maria ed Elisabetta, che si abbracciano in primo piano leggermente decentrate, partecipano alla scena due ancelle ai lati e Zaccaria, marito di Elisabetta, a destra.

Accenni di fogliame si intravedono fra le due figure principali, sul pilastro e sul coronamento superiore.

Secondo gli studiosi, i personaggi che assistono all’incontro fra Maria ed Elisabetta sono caratterizzati da atteggiamenti partecipi ed emotivi, che conferiscono all’insieme un tono narrativo e aneddotico, mentre l’andamento dettagliato e sinuoso del fogliame anticipa i riflessi di luce che si frangono sulla superficie nella sua versione bronzea.

L’intensità comunicativa della scena non nasconde la memoria colta di Pogliaghi, conservando nella soluzione delle figure la traccia di quella linea espressiva dell’arte scultorea che va da Giovanni Pisano a Ghiberti, pur contenuta entro un’equilibrata misura.

Per quanto riguarda l’intera porta, dopo varie vicissitudini, iniziate nel 1891 con la presentazione di un primo bozzetto d’insieme, Pogliaghi riuscì infine a vedere conclusa la sua opera in bronzo nel 1906.