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Eco della Stampa, 1954: lo scoop della “pendente Madonnina”

All’interno dell’Archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo, fra i ritagli dei quotidiani dell’epoca, una singolare vicenda racconta l’avvio della collaborazione con il Politecnico

Archivio
18 Giugno Giu 2019 1744 18 giugno 2019

Un’accurata ricerca fra l’Eco della Stampa della prima metà del Novecento, catalogata e conservata all’interno del rinato Archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, può riservare molte sorprese a lettori e consultatori. Eccone qui un esempio.

Piazza Duomo n. 31, estate 1954: le finestre inquadrano la mole marmorea della Cattedrale. Dopo un'occhiata fugace e distratta proprio verso la cuspide su cui trionfa la Madonnina d’oro, come da abitudine, l’architetto Walter Ronchi inizia a sospettare che la Guglia Maggiore non fosse perfettamente verticale. Diffidando di questa impressione, l’architetto inizia a monitorare nei giorni, poi nelle settimane la pendenza della guglia. Invita colleghi, amici, pittori, ingegneri, esplora ogni prospettiva o angolo visivo e coltiva la sua convinzione che la guglia centrale del Duomo di Milano presenti un’insolita inclinazione.

Il 10 giugno 1954, Ronchi scrive una lettera all’architetto Zacchi, Sovrintendente alla Veneranda Fabbrica del Duomo, invitandolo a far eseguire rilevazioni esatte per constatare la veridicità delle sue impressioni. Il Sovrintendente poco dopo rispose, ringraziando della segnalazione e rassicurando Ronchi sul fatto che i rilievi sarebbero senz’altro stati fatti ed i risultati a lui comunicati.

Nel luglio 1954, sempre più preoccupato, Ronchi decise di rivolgersi incautamente alla stampa e così scoppiò quella che i giornali dell’epoca definirono “bomba”, mettendo la città a rumore. In realtà, l’architetto Zacchi rassicurò i milanesi precisando che, nonostante le migliaia di visite al giorno, i marmi della Guglia Maggiore fossero in condizioni perfette e tra le pietre non si notasse alcuna sorta di incrinatura.

La cuspide, alta circa 15 metri a partire dalla balconata ottagonale, si dimostrava perfettamente agganciata alla sua base: soltanto le chiavi dei tiranti erano lievemente arrugginite, ma sarebbero state presto sostituite. Nell’immediato, Zacchi dispose dei rilievi di emergenza con filo a piombo e riportò le inclinazioni al centimetro per ogni lato dell’ottagono, dichiarando risultati abbastanza tranquillizzanti, ma insufficienti nella precisione. A tale motivo, i registratori posti all’interno della guglia sarebbero stati ripristinati, ma soprattutto sarebbe stata incaricata una commissione di tecnici del Politecnico di Milano col compito di eseguire accurate verifiche e rigorose misurazioni.

La complessa e delicata entità del problema emerso sancì un’importante collaborazione fra la Veneranda Fabbrica del Duomo e il Politecnico di Milano, da quel momento rimasta ininterrotta fino ad oggi e riconfermata il 27 maggio 2015 da un nuovo accordo.

In occasione di Expo Milano 2015 è stato infatti siglato un accordo di collaborazione scientifica di durata triennale. A seguito degli imponenti lavori di restauro per presentare il Duomo in tutto il suo splendore all’appuntamento internazionale con l’Esposizione, il primo pensiero della Veneranda Fabbrica si è rivolto alla conservazione: un’attività che non si esaurirà mai e che presuppone un continuo intervento sul Monumento, simbolo di Milano nel mondo.