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Il restauro delle fotografie più antiche dell’Archivio

Le foto ottocentesche del Duomo hanno ritrovato nuovo splendore

Restauro Testa
10 Luglio Lug 2019 1045 10 luglio 2019

Si è da poco concluso il restauro delle fotografie più preziose conservate presso l’Archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo. Si tratta di 410 positivi realizzati con le prime tecniche di stampa fotografica: stampa su carta salata, all’albumina e al collodio, databili a partire dalla metà dell’Ottocento fino al primo quarto del Novecento. Esse vennero scattate da importanti fotografi milanesi e rappresentano una imprescindibile testimonianza visiva della storia architettonica e artistica del Duomo.

Il lavoro è stato eseguito da una restauratrice specializzata in restauro di beni fotografici e cartacei che è intervenuta sugli oggetti originari con lo scopo di eliminare i fattori responsabili di deterioramento e ricreare le condizioni migliori per la loro conservazione e fruizione. Le stampe sono state oggetto di diversi interventi volti a contrastare le tipologie di degrado presenti sulle varie parti dell’oggetto ovvero il supporto primario composto da emulsione fotografica e carta, ed eventuale supporto secondario: carta o cartoncino.

Tutte le foto sono state sottoposte ad una azione di pulitura a secco con appositi pennelli e gomme in modo da eliminare i depositi superficiali potenzialmente abrasivi o acidi. Le parti più delicate della foto come le scritte, i timbri a secco e l’emulsione fotografica sono stati trattati con una speciale gomma, detta gomma vulcanizzata, usata a tampone (come si vede nell’immagine di copertina), mentre i cartoncini di supporto sono stati puliti con gomme di diversa durezza al fine di eliminare i sedimenti più resistenti.

Alcune foto presentavano danni di tipo meccanico ovvero pieghe, lacerazioni e lacune sia sul supporto primario che su quello secondario; in questi casi la restauratrice è intervenuta spianando le foto, lasciandole in posa sotto peso, e in un secondo momento consolidando e suturando il supporto cartaceo con l’applicazione di veli di carta giapponese e adesivi a base cellulosica. Un altro degrado riscontrato è stato quello del sollevamento dell’emulsione, per contrastare il quale la restauratrice ha consolidato lo strato fotografico mediante un apposito adesivo a base alcolica.

Ora che il corpus di fotografie più antiche del Duomo è stato restaurato ed è stata migliorata la leggibilità delle immagini si sta procedendo alla digitalizzazione dei materiali in modo da rendere questo importante patrimonio iconografico più facilmente consultabile da ricercatori e studiosi.

Nell’immagine un’albumina montata su cartoncino in una fase intermedia del restauro (Luigi Montabone, Croce di Ariberto da Intimiano, 1871), di fianco gli strumenti e i materiali utilizzati per il lavoro: gomma vulcanizzata, pinzetta, bisturi, rotolo di carta giapponese, pennello e colla, panetto di gomma vinilica, punteruolo, pennellessa a setole morbide.