Il grande sogno di Gian Galeazzo Visconti per Milano
Duca, Signore e fondatore della Veneranda Fabbrica
La Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano ha una storia lunga 628 anni, quando fu fondata dal duca Gian Galeazzo Visconti.
Il duca nacque a Pavia il 16 ottobre 1351 da Galeazzo II e Bianca di Savoia. Poco si conosce della sua infanzia ed educazione, svoltesi probabilmente nel castello della città.
Sicuramente Francesco Petrarca fu suo ospite di riguardo e fu proprio lui, secondo il racconto di P.C. Decembrio, che coniò l'emblema araldico della tortora nel sole radiante con il motto «à bon droit» per Gian Galeazzo.
Intorno al 1370 Gian Galeazzo incomincia a comparire nella vita politica fino al 1378, quando assume il governo dello stato a seguito della morte del padre Galeazzo II. Nel 1385 diventa signore di Milano.
Era il 1386 quando il popolo milanese, appoggiato dal vescovo Antonio da Saluzzo, intraprese la costruzione di una nuova Cattedrale per la città di Milano dedicata a Santa Maria Nascente nel punto in cui sorgeva Santa Maria Maggiore: il Duomo di Milano, tra le prime cinque cattedrali più grandi al mondo per estensione di superficie.
L’anno successivo, Gian Galeazzo Visconti suggerì la costruzione di un monumento in pieno stile gotico franco-germanico che potesse diventare non solo manifesto dell'internazionalità di Milano, ma che potesse anche esprimere la sua personale grandezza in quando duca.
Fu così che nel 1387 fondò la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano con lo scopo di poter coordinare i lavori di progettazione, costruzione e conservazione del Duomo e richiamando a Milano i più grandi architetti, scultori e pittori provenienti da tutta Europa.
Il primo architetto ad operare all’interno della Fabbrica fu Simone da Orsenigo nel 1387, a cui succedettero altri grandi nomi tra cui Nicola Bonaventura o da Benaventis di Francia e Ulrico Füssingen di Ulma. Furono tali maestranze che contribuirono ad accrescere l’internazionalità che tutt’oggi caratterizza la Cattedrale.
Il duca Gian Galeazzo Visconti istituì inoltre l’uso esclusivo del marmo di Candoglia per la costruzione del Duomo e concesse dunque l’utilizzo delle cave di Candoglia, fonte dell’omonima pietra. Assicurò inoltre cospicui aiuti finanziari rivolti alla maestosa iniziativa. Uno dei quali fu proprio in occasione del Giubileo indetto nell’anno 1390 da papa Bonifacio IX e prorogato per tutto l’anno successivo in quanto fonte di ingenti offerte, da parte dei fedeli provenienti da tutto il mondo, destinate alla costruzione della Cattedrale.
Nel 1402 morì improvvisamente a causa della peste. Il suo corpo è tutt’ora sepolto all’interno della certosa di Pavia, da lui fortemente voluta. Inoltre, a ricordo del suo forte legame con il Duomo di Milano, sulla prima e più antica guglia del Duomo, la guglia Carelli, fu fatta costruire una statua in suo onore raffigurante San Giorgio con le fattezze di Gian Galeazzo.
Oggi, dalle Terrazze è visibile una riproduzione, mentre l’originale è conservato all’interno del Grande Museo del Duomo.