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Sant'Agostino e la "via della comprensione"

Il Duomo come custode silenzioso del #Bello

FS 002322
10 Marzo Mar 2020 1922 10 marzo 2020

Tardi ti ho amato, bellezza così antica e così nuova, tardi ti ho amato

(Sant’Agostino)

Con l’eco di queste parole lontane, ma vicine nel sentire, sant’Agostino parlò di bellezza e dell’amore che da essa si genera. Bellezza, amore, arte, concetti uniti da un filo invisibile e non segmentabile, ancora attualissimi e fonte di conforto nei momenti bui e di difficoltà. Infatti la speranza non deve mai venire meno, così come la visione di grazia e lucida passione per il bello che trova nutrimento nell’arte, di cui il Duomo è ora custode silenzioso, ma pronto a tornare ad aprirsi al mondo dopo la crisi, come ha sempre fatto nella sua storia.

I secoli che ci separano dai tempi lontani in cui le parole di Agostino riecheggiavano non scalfiscono la potenza del suo messaggio e ci raccontano una delle tantissime storie del Duomo di Milano. Agostino, santo tanto caro alla città e al Duomo stesso, fu battezzato da sant’Ambrogio nella notte di Pasqua del 387, proprio nel Battistero di San Giovanni alle Fonti, le cui suggestive rovine sono visibili nell’area archeologica nella zona ipogea del Duomo. Tracce di ciò che eravamo sono ovunque nel nostro Duomo e testimoniano la fede di un popolo che non ha mai smesso di amare la sua Cattedrale, e che forse già l’amava ancor prima che vedesse la luce.

Leggere in questi giorni le parole del Santo ci porta a riflettere su quanto la bellezza sia un bene necessario, pedagogico e nutrimento per l’anima anche nella solitudine o nel momento della sospensione di ogni attività. Il Duomo di Milano stesso, nella sua complessità e magnificenza, è essenza ed espressione dei tempi della metropoli, e può essere veicolo di fede attraverso una visione che metta al centro il #Bello.

In particolare, le vetrate della Cattedrale ben incarnano l’idea di una bellezza intesa come “via della comprensione”, essendo esse stesse metafore del riflesso divino e vera e propria Biblia Pauperum.

A distanza di secoli non è difficile essere ancora incredibilmente affascinati e conquistati dai luminosi colori degli antelli e dai loro articolati episodi, così come dai personaggi ben caratterizzati, un colpo d’occhio emozionante nonostante non si riesca spesso a coglierne i preziosi dettagli per via dell’incredibile maestosità e altezza delle navate.

Capita così di scorgere, tra le fotografie conservate nell’Archivio della Veneranda Fabbrica, un piccolo antello posto nella parte più alta della vetrata n. 5, verso il lato di Palazzo Reale, dedicata alle storie dell’Antico Testamento. Lo scatto, in bianco e nero, fu realizzato in occasione dello smontaggio dell’intera vetrata durante un importante intervento di restauro del 1966.

L’effige di sant’Agostino ci cattura per l’acutezza e la modernità del tratto che lo ritrae, non distratti dai colori, cogliamo infatti, una viva, pura e intensa sfumatura della sua proverbiale “Bellezza”.

Una bellezza in bianco e nero, senza tempo.

A seguire, nella galleria: l'antello con il volto di sant'Agostino e la foto dello Stabilimento Montabone (1889)​ che riproduce il cartone dell'episodio "Sant'Ambrogio battezza Sant'Agostino" eseguito dai fratelli Bertini per la vetrata 32 del lato nord del Duomo.