La Protezione
Terza parte - #IlDuomosiracconta
La stella più luminosa nel cielo di Milano: la Madonnina. Guardare il Duomo dalla piazza e rimanere stupefatti, come se la solida montagna di marmo ci venisse incontro ad ogni passo: chi non ne è rimasto impressionato? Quante ne ha passate, il nostro Duomo?
MARIAE NASCENTI è la scritta che troneggia sul volto della Cattedrale, un’epigrafe che cattura lo sguardo: comparve appena sopra il finestrone centrale quando fu conclusa la facciata e celebra la dedicazione del Duomo a Maria Nascente.
Ci bisbiglia così tante storie il Monumento, l’una intrecciata nell’altra, forgiate sotto il manto della Vergine, una protezione che ritroviamo sin dalle primissime testimonianze anche nello stemma della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano. Due cherubini svolazzano leggeri, reggendo il manto della Madonna, che ha il capo cinto da una corona, abbraccia idealmente la sua Cattedrale. Stupirà notare che sino all’Ottocento, nello stemma, la facciata non ha corrisposto all’architettura che siamo abituati ad ammirare da quando Napoleone Bonaparte – incoronatosi in Duomo a Re d’Italia nel 1805 – ne ordinò il completamento.
Pose fine, Napoleone, ad una storia travagliata: per secoli si era scelto di mantenere “temporaneamente” la facciata dell’antica basilica invernale, quella di Santa Maria Maggiore. Il corpo della Fabbrica, principiato dall’abside, era cresciuto erodendo il vecchio, facendosi scudo - per così dire - di quelle forme antiche! Marmi policromi, tre portali, una cornice curva, un rosone centrale. Quella facciata rimase in opera fino alla seconda metà del Seicento, quando la costruzione della nuova divenne un nodo ormai da sciogliere. Sbrogliato solo nel 1813, quando l’opera poté dirsi conclusa su progetto di Amati e Zanoja, risultato di un lungo cammino in cui l’impeto di Napoleone risultò determinante.
L’iconografia della facciata mette in scena le storie delle donne dell’Antico Testamento che hanno un riferimento nel Nuovo, accompagnano visivamente lo sguardo di noi tutti verso l’alto, laddove incontriamo il luminoso riferimento: la Vergine Assunta, la Madonnina del Duomo. Ultimata nel 1773, i Fabbricieri scelsero la via della prudenza, custodendola per oltre un anno all’interno della Sala del Capitolone, nel palazzo della Veneranda Fabbrica. Era necessario valutare se fosse davvero cosa buona collocarla nel punto più alto e visibile alla città. I timori riguardavano anche i fulmini, i turbini di vento, la Gran Guglia avrebbe retto? Forse pensarono “La Vergine proteggerà la città e tutti coloro che le affideranno sguardi e pensieri”.
Vinse la fazione di quanti si erano battuti per vederla là in alto. Apparve una mattina di fine dicembre, fece breccia nell’aria gelida dell’inverno e da quel momento scaldò i cuori di tutti.
To be continued…
Leggi qui gli articoli precedenti de "La Protezione" - parte prima e parte seconda
Nella gallery:
- Stemmi lapidei e in gesso databili tra il XV e il XX secolo.
- Dettaglio di uno stemma riprodotto su un documento d’archivio del 1852.
- Guglia maggiore del Duomo di Milano.