Restituito alla sua originaria ricchezza decorativa uno degli spazi più antichi e simbolici della Cattedrale
La Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano prosegue il grande progetto di tutela e valorizzazione del patrimonio storico-artistico della Cattedrale, restituendo nuova luce alla Sacrestia Capitolare, luogo di particolare rilievo per la vita liturgica ambrosiana, in quanto destinata in modo specifico all’Arcivescovo e al Capitolo Metropolitano.
L’intervento, sviluppato in continuità con i lavori conclusi nel 2021 sulla Sacrestia Aquilonare, si inserisce nel programma più ampio dedicato alla conservazione del sistema delle sacrestie del Duomo.
Cuore originario della Cattedrale e tra i suoi ambienti più antichi, la Sacrestia Capitolare custodisce preziosi apparati decorativi e testimonianze artistiche che, nel corso dei secoli, avevano progressivamente perso leggibilità a causa di depositi, ossidazioni e stratificazioni materiche.
Il cantiere di restauro ha permesso di riportare alla luce la ricchezza delle sculture, delle cromie e degli elementi lignei, grazie a un paziente lavoro condotto da restauratori, tecnici e studiosi in stretto coordinamento con la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano. Un importante intervento di restauro reso possibile anche grazie al contributo di tutti i sostenitori dell’Ente, tra cui il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Regione Lombardia.
Commenta Mons. Gianantonio Borgonovo, Arciprete del Duomo di Milano e Direttore dell’Area Cultura e Conservazione della Veneranda Fabbrica:
«La Sacrestia Capitolare, cuore pulsante della vita liturgica della nostra Cattedrale, torna a svelarsi in tutta la sua magnificenza ritrovata. Questo nucleo primitivo della Cattedrale insieme alla Sacrestia Aquilonare, è un libro di pietra e colore che attendeva di essere riletto. Opere come il Portale di Hans von Fernach, risplendente ora con le sue policromie e dorature inattese, e il Lavabo di Giovannino de’ Grassi, risorto con la sua delicata decorazione miniata, non sono semplici marmi o affreschi; sono pagine viventi che ci offrono inediti livelli di lettura – teologici, politici, filosofici – e ci collegano in modo profondo all’eredità spirituale e culturale di coloro che qui operarono. La Veneranda Fabbrica, in questo lavoro, si fa dunque custode non solo della forma, ma del senso, riconsegnando a Milano e alla liturgia ambrosiana un luogo dove la storia dell’arte è intimamente fusa con la storia della salvezza».











Pietra, luce e memoria tornano a dialogare





