Il modello in gesso, oggi custodito nel deposito del Museo, raffigura “San Luperco”, martire del IV secolo ucciso per avere difeso la sua fede in Dio.
Datata 1845, l’opera rappresenta il santo come un uomo barbato dai lunghi capelli, con lo sguardo assorto rivolto verso l’alto alla sua sinistra.
Abbigliato con una tunica e un manto, il personaggio reca nella mano destra la palma del martirio, mentre la sinistra regge un lembo del manto.
Stante su un basamento poligonale, il santo sporge il piede sinistro fuori dal sostegno.
Eseguita come modello per una versione marmorea destinata al gugliotto Pestagalli del Duomo, progettato nel 1845, la scultura è stata ricondotta dagli studiosi ad Abbondio Sangiorgio. Milanese, dopo la formazione presso l’Accademia di Brera, nel 1825 egli ricevette l’importante commissione per la sestiga scultorea a coronamento dell’Arco della Pace. Fuso in bronzo nel 1831, il gruppo rappresenta la dea della Pace su un carro trainato da sei destrieri ed è tuttora visibile.
Artista prediletto dall’aristocrazia e dall’alta borghesia di Milano, Sangiorgio lavorò per la Cattedrale dal 1823 al 1865, realizzando opere destinate sia all’arredo scultoreo del Duomo sia agli edifici attigui, come per esempio la statua della “Notte” per la decorazione dell’orologio del palazzo della Veneranda Fabbrica.
Fra le sue sculture più note per la Cattedrale spicca quella raffigurante “San Napoleone” (1860), collocata presso uno dei finestroni del fianco meridionale. Il relativo modello in gesso, risalente al 1858, può essere ammirato in Museo nella sala dedicata all’Ottocento (n. 17).