Lo stemma, eseguito in marmo di Candoglia da un ignoto scultore nella seconda metà del Quattrocento, rappresenta dal punto di vista identitario una delle opere più significative del Museo, dove è esposto nella sala dedicata alle origini del Duomo (n. 3).
Infatti, come tutti gli stemmi della Veneranda Fabbrica, esso costituisce un’interessante variante dell’iconografia della Madonna della Misericordia: sotto il mantello, nucleo simbolico dell’immagine e traduzione visiva della protezione della Vergine, al posto dei fedeli si trova qui la facciata della Cattedrale, a significare che il sostegno della Madonna si estende non solo all’edificio in costruzione, ma anche a tutte le realtà della Fabbrica e quindi all’intera Milano che supporta, partecipa e si identifica con il Duomo.
Lo stemma in oggetto, di forma rettangolare, reca al centro la facciata dell’antica Cattedrale di Santa Maria Maggiore, affiancata dai santi Giovanni (a sinistra) e Pietro (a destra) e sovrastata dalla mezza figura della Madonna incoronata, con le braccia allargate e il mantello sorretto alle estremità da due cherubini.
La facciata della chiesa è riprodotta su due ordini, con una terminazione cuspidata a tre aperture di cui quella centrale risulta preceduta da un protiro sorretto da colonne, con una fascia orizzontale di loggette e un rosone centrale. Infine, sul coronamento, spiccano quattro putti reggifiaccola.
Dato in deposito al Museo del Duomo nel 1953 dalle Raccolte del Castello Sforzesco, secondo gli studiosi lo stemma appare più semplificato rispetto a modelli precedenti, sia nella raffigurazione dei due santi sia nei putti reggifiaccola; lo stesso vale per il disegno delle aperture superiori, dove nel tondo destro è effigiata un’aquila.
Come l’altro stemma depositato presso il Museo della Cattedrale, anche quello in oggetto è solo un esempio dei molti realizzati nel corso dei secoli per poi essere collocati su edifici di proprietà della Fabbrica.