Scultura

Angelo che suona il liuto

di Banille Roland de (documentato a Milano nel 1398)

Cronologia: 1400 circa

Misure cm: 86 × 54 × 26

Materia e Tecnica: Marmo di Candoglia a tuttotondo

N. Inventario: ST18

Raffigurante un “Angelo che suona il liuto”, la scultura in marmo di Candoglia databile al 1400 circa proviene dalla prima e più antica guglia del Duomo, la cosiddetta guglia Carelli (1390-1403): situata nella zona absidale sul lato nord della Cattedrale, essa fu infatti dedicata alla memoria di Marco Carelli, facoltoso mercante milanese che nel 1390 divenne uno dei primi grandi benefattori della Veneranda Fabbrica, nominandola sua erede universale.

La scultura, rimossa dalla guglia nel 1943 per salvaguardarla dai bombardamenti bellici ed esposta in Museo dall’anno della sua apertura dieci anni più tardi, si trova oggi nella sala dedicata alle origini del Duomo (n. 3).

Essa rappresenta appunto un angelo musico dalle grandi ali spiegate, intento a suonare il liuto: caratterizzato da un volto pieno e da una vaporosa capigliatura riccioluta, egli indossa una tunica e un manto dall’abbondante panneggio, che ricade in pieghe voluminose.

Della secolare esposizione all’aperto l’opera reca purtroppo tutti i segni: la superficie del marmo è molto consumata a causa del dilavamento, mentre la figura ha subito nel tempo qualche piccola mutilazione (parte della mano destra e parte dei piedi).

Dal punto di vista stilistico, il vigoroso senso plastico e il chiaroscuro denso e contrastato che la contraddistingue ha indotto gli studiosi ad attribuire la scultura a un’artista di area franco-fiamminga: in particolare, le ricerche più recenti associano l'”Angelo che suona il liuto” a Roland de Banille, attivo per il Duomo a partire dalla fine del Trecento.

Oltre a tre statue di sante per i finestroni della Cattedrale, de Banille realizzò anche una serie di angeli a coronamento del capitello di un pilone del coro, molto simili alla scultura proveniente dalla guglia Carelli.