Raffigurante la “Vergine annunciata”, la scultura in marmo di Candoglia è databile al terzo quarto del XV secolo. Proveniente con molta probabilità dall’interno del Duomo, forse da un altare dedicato alla Madonna, si trova oggi esposta in Museo presso la sala n. 6, dedicata alle statuette dei capitelli dei piloni.
L’Annunciata, cioè Maria di Nazareth che riceve dall’arcangelo Gabriele il messaggio della nascita di Gesù, è rappresentata come una giovane donna dal capo velato, reggente con la mano sinistra un libro dalla ricca legatura.
Sopra la sottile tunica plissettata, lunga fino ai piedi e con scollo ornato da una ricca bordura, Maria indossa un ampio manto, anch’esso col bordo decorato e sfrangiato.
La scultura, finemente rifinita anche nella parte posteriore, poggia su un basamento realizzato in un blocco di marmo distinto dalla figura della Vergine.
Gli studiosi hanno sottolineato come il forte anchement (ancheggiamento) della figura, la cascata delle pieghe del panneggio che da tonde si fanno appuntite, la raffinata lavorazione degli orli delle vesti e della legatura del libro non trovano riscontri in altre sculture note del Duomo, dove non si trova traccia nemmeno dell’”Angelo annunciante” che dovrebbe completare il gruppo.
Inoltre, anche se non è possibile istituire paragoni con i marmi scolpiti dai lapicidi lombardi o forestieri attivi presso la Fabbrica tra la fine del Trecento e i primi del Quattrocento, certamente lo scultore che realizza l’”Annunciata” non guarda nemmeno ai modelli di Jacopino da Tradate, che dettano legge a Milano in fatto di stile dal primo decennio del XV secolo fino agli anni Sessanta.
Pare allora ragionevole provare a collocare la scultura più avanti, nel terzo quarto del Quattrocento, quando una nuova generazione di artisti tenta di scardinare l’autorità dei modelli di Jacopino da Tradate, prima più timidamente, forzandone gli aspetti espressivi e incrinandone i fluidi linearismi, poi in modo più risoluto, con l’adozione del panneggio cartaceo, che finisce per costituire il tratto distintivo della statuaria del Rinascimento lombardo.