L’antello, databile fra il 1860 e il 1865, è una copia ispirata a una lastra di stesso soggetto della vetrata dell'”Apocalisse”, decorante il grande finestrone centrale dell’abside del Duomo, particolarmente riconoscibile anche dall’esterno perché connotato al centro dalla “raza”, il sole raggiante emblema dei Visconti.
Avviata nel 1417 e terminata nella seconda metà del Cinquecento, la vetrata narra episodi tratti dall’Apocalisse di san Giovanni evangelista, unico libro profetico del Nuovo Testamento che contiene misteriose rivelazioni sui destini ultimi dell’umanità e del mondo.
L’antello intitolato “Battaglia tra angeli e demoni”, probabilmente mai messo in opera e dal 1977 in Museo, oggi nella sala dedicata all’Ottocento (n. 17), rientra nella grande campagna di sostituzione di vetri ammalorati dai finestroni del Duomo, affidata nel 1833 dalla Fabbrica a Giovanni Battista Bertini.
Quest’ultimo aveva infatti elaborato un metodo che gli consentiva di sostituire gli antichi mosaici di tessere di vetro colorato in pasta, con ombreggiature di “grisaglia” monocroma e legate tra loro da profili di piombo, dipingendo su larghe lastre di vetro bianco smerigliato e apponendo sulla stessa porzione più colori.
Tale tecnica consentiva inoltre di far coincidere le legature di piombo con i profili delle figure, in modo che il reticolato di piombi non alterasse l’unità cromatica e compositiva delle vetrate.
Grazie a questo procedimento, Bertini e i figli Giuseppe, Guido e Pompeo si dedicarono fino al 1905 sia al restauro dell’antico patrimonio vetrario della Cattedrale sia alla creazione di opere nuove, nel clima del revival gotico romantico.
Oggi considerati sovvertitori dell’antica tecnica vetraria proprio in virtù del loro metodo, i Bertini ebbero comunque il merito di recuperare una pratica in totale decadenza da più di due secoli, conferendo al Duomo il ruolo di centro promotore italiano della rinascita dell’arte vetraria.
L’antello dal titolo “Battaglia tra angeli e demoni (Gli angeli combattono il dragone)”, nello specifico, rappresenta la lotta tra una schiera di sei angeli, variamente armati, e un drago a sette teste posato sopra una roccia, con coda spiraliforme e ali di pipistrello.
Sullo sfondo si intravedono nubi nella parte alta e, più in basso, un paesaggio con alcuni alberi e le torri di una città.
I colori tenui delle figure angeliche contrastano con il rosso e il verde del drago.
Gli studiosi attribuiscono l’antello, sia per il cartone preparatorio sia per l’esecuzione, ai fratelli Giuseppe e Pompeo Bertini, che alla morte del padre (1849) divennero responsabili dei complessi interventi sulle vetrate della Cattedrale.