Vetrate

Salomone in preghiera

di Mochis Corrado de (Colonia, 1525 - Milano, 1593) su cartone di maestro tedesco (Mochis Corrado de?)

Cronologia: Anni Quaranta-Cinquanta del XVI secolo

Misure cm: 116 × 71,5

Materia e Tecnica: Vetro, grisaglia, piombo

N. Inventario: V26

L’antello, databile fra gli anni Quaranta e Cinquanta del Cinquecento, appartiene alla vetrata dell'”Antico Testamento”, decorante uno dei grandi finestroni dell’abside del Duomo (quello verso corso Vittorio Emanuele).

Avviata nel 1417 e terminata nella seconda metà del Cinquecento, la vetrata narra episodi tratti dai libri della Bibbia incentrati sull’antica alleanza fra Dio e il popolo d’Israele.

In particolare, l’antello di cui sopra è stato rimosso dalla Cattedrale per ragioni conservative, e dal 2013 è entrato a far parte della collezione del Museo, dove si trova tuttora nella sala dedicata all’arte vetraria del Duomo (n. 9).

Esso rappresenta l’episodio biblico della preghiera rivolta a Dio da Salomone, re d’Israele, in occasione della dedica del tempio di Gerusalemme: ambientata all’interno dell’edificio, la scena vede sulla destra il profeta-re inginocchiato nell’atto di pregare. Raffigurato di profilo, Salomone ha una corta barba e baffi biondi come i capelli a caschetto, sui quali poggia la corona.

Indossante una veste blu con cappuccio e cintura rossi, il sovrano prega davanti a un altare decorato da una testa leonina e alcuni motivi ornamentali, sul quale poggia un candelabro a cinque braccia.

Lo sfondo è occupato a destra da un pesante tendaggio verde e a sinistra da alcuni particolari architettonici del tempio.

Gli studi più recenti attribuiscono l’esecuzione dell’antello a Corrado de Mochis da Colonia, uno dei principali vetrai cinquecenteschi attivi per il Duomo. Inizialmente collaboratore dei pittori Biagio e Giuseppe Arcimboldi, dei quali traspone in vetro i cartoni per le vetrate di “Santa Caterina d’Alessandria” e dell'”Antico Testamento” (1549-1555), dopo il trasferimento di Giuseppe presso la corte dell’imperatore Ferdinando I (1562), de Mochis assume maggiore autonomia: suoi sono infatti, per esempio, cartoni e pannelli della vetrata di “Santa Caterina da Siena”, dove la raffinatezza da mondo fantastico di Arcimboldi lascia il posto a un’attenzione realistica di tono più popolare.

Tali caratteristiche, riscontrate anche nell’antello con la “Preghiera di Salomone”, hanno indotto gli studiosi a ipotizzare che il maestro tedesco individuato come autore del cartone dell’antello possa essere sempre Corrado de Mochis.

Dal punto di vista conservativo, l’opera risulta allargata a destra e a sinistra con inserti di vetro verde e presenta diverse tessere incongrue. Molte sono le ridipinture, particolarmente evidenti nei ricami delle tende e nella generale ripresa della grisaglia (cioè la pittura in chiaroscuro tipica delle vetrate).