La scultura in marmo di Candoglia, verosimilmente databile fra 1556 e 1560, raffigura la “Maddalena trasportata dagli angeli”. Proveniente forse dall’area absidale del Duomo e spostata più volte all’esterno e all’interno della Cattedrale, l’opera è entrata in Museo nel 1953, dove si trova oggi esposta nella sala dedicata all’età borromaica (n. 10).
La statua raffigura santa Maddalena, che per prima ebbe il privilegio di vedere Gesù risorto, come una giovane donna dai lunghi capelli ondulati e lo sguardo estatico rivolto verso l’alto.
Parzialmente coperta da drappo i cui panneggi appaiono mossi dal vento, la santa giunge le mani in preghiera ed è sorretta da quattro putti alati che la sollevano dal basamento poligonale.
Ammirata da Giorgio Vasari, autore delle celebri “Vite dei più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a’ tempi nostri” (1550), la scultura è stata ricondotta dagli studiosi a Giovan Angelo Marini, detto il Siciliano per via delle sue origini. Attivo oltre che al Duomo anche presso la Certosa di Pavia, dove firmò varie statue per la facciata, egli fu una personalità eclettica, che con il suo operato in Lombardia influenzò la statuaria locale trasmettendole suggestioni dell’arte toscana.
In particolare, nella “Maddalena trasportata dagli angeli” il Siciliano rivela la propria adesione al manierismo, evidente nei panneggi ammorbiditi, nel volto rotondo e nelle forme piene del corpo.