La mensola in legno intagliato e dorato, databile fra 1609 e 1610, era posta fino agli inizi del Novecento a sostegno dell’altare maggiore del Duomo, insieme ad altri tre esemplari. In particolare, l’opera si trovava sotto il lato anteriore della mensa, internamente.
Entrata in Museo nel 1953, la mensola si trova oggi esposta nella sala dedicata all’età borromaica (n.10), ospitante anche un altro esemplare del gruppo, sempre proveniente da sotto il lato anteriore dell’altare ma in corrispondenza di uno degli spigoli esterni.
L’opera è formata da una lesena, conclusa in alto e in basso con due volute che nella parte superiore hanno intagliata una testa di cherubino e in quella inferiore una maschera grottesca.
Al centro si trova un putto a tutto tondo, in atto di sostenere la voluta superiore.
Gli studiosi hanno ipotizzato che la mensola, come gli altri tre esemplari, sia stata realizzata da Giovan Battista Mangone, architetto e intagliatore in legno attivo presso la Cattedrale fra la fine del Cinquecento e la prima metà del Seicento. Gli intagli delle mensole esposte in Museo sono infatti affini a quelli dell’armadio reliquiario della sacrestia capitolare del Duomo eseguito da Mangone (1585-1604): nello specifico le teste di cherubini, che nell’armadio intervallano i girali fitomorfi del cornicione, vanno confrontati con quelle intagliate alla sommità delle mensole.
Altrettanto convincente è il confronto con i motivi a cartoccio e la testina di cherubino presenti nella formella del coro ligneo con “Sant’Ambrogio dice messa col clero”, pagata a Mangone nel 1614. Va infine notata l’affinità del disegno delle mensole con quello delle due lesene figurate con putti e ghirlande che dividono la zona degli armadi da quella degli stalli corali nella sacrestia nuova della Certosa di Pavia, assegnati dai documenti a Virgilio del Conte e Giovanni Taurino verso il 1615: opere, queste ultime, che condividono con quelle di Mangone lo stesso clima culturale, benché appaiano più raffinate sia nell’invenzione dei motivi decorativi sia nell’esecuzione.