Scultura

Profeta

di Jacopino da Tradate (notizie dal 1401 - Mantova, 1464-1466?), ambito di

Cronologia: Primo quarto del XV secolo

Misure cm: 64 × 24 × 14

Materia e Tecnica: Marmo di Candoglia a tuttotondo

N. Inventario: ST107

Raffigurante un giovane “Profeta”, la scultura in marmo di Candoglia è databile al primo quarto del Quattrocento. Proveniente dal capitello di un pilone nel braccio sinistro del capocroce del Duomo, si trova oggi esposta in Museo presso la sala n. 6, dedicata appunto alle statuette dei capitelli dei piloni.

Il personaggio, reggente un cartiglio srotolato fra le due mani, è abbigliato con una veste dall’alto collo e sopra un manto che copre la spalla e il braccio sinistro; il capo dalla chioma ricciuta appare rivolto verso la sinistra di chi guarda.

Il viso è caratterizzato da occhi allungati, labbra sottili e stacco netto tra la fronte e l’incavo oculare.

Per quanto riguarda il versante stilistico, studi recenti hanno confrontato il “Profeta” con il gruppo del “San Babila” di Jacopino da Tradate (ante 1419), anch’esso esposto presso il Museo nella sala dedicata all’epoca viscontea (n. 4). In particolare, i tre piccoli martiri posti ai piedi di san Babila mostrerebbero una certa affinità con il “Profeta”.

Quest’ultimo, pur di qualità elevata, non è riconducibile a Jacopino, ma va ritenuto opera di uno scultore che lavorava sotto il suo diretto controllo nel cantiere della Cattedrale, quando il maestro era attivo per il cantiere del Duomo (1401-1425).