Scultura

Profeta con libro chiuso

di Scultore fiammingo

Cronologia: Primo decennio del XV secolo

Misure cm: 86 × 29 × 26

Materia e Tecnica: Marmo di Candoglia a tuttotondo

N. Inventario: ST99

Raffigurante un “Profeta con libro chiuso”, la scultura in marmo di Candoglia è databile al primo decennio del Quattrocento. Proveniente dal capitello di un pilone nel braccio sinistro del capocroce del Duomo, si trova oggi esposta in Museo presso la sala n. 6, dedicata appunto alle statuette dei capitelli dei piloni.

Caratterizzato da lunghi capelli e barba lavorati con grande cura, il “Profeta” è abbigliato con una veste e un manto; quest’ultimo forma un panneggio che scende con pieghe a sciabola dal fianco sinistro, dove è trattenuto e ricade perpendicolarmente in balze serpentiformi.

Il volto del personaggio è contraddistinto da zigomi alti, occhi socchiusi e bocca minuta seminascosta dai baffi.
Il braccio destro risulta piegato, mentre la mano corrispondente ha perso l’indice alzato a indicare forse il libro chiuso retto nella mano sinistra, descritto con minuzia nella rilegatura borchiata.

Per quanto riguarda il versante stilistico, gli studiosi collegano il “Profeta con libro chiuso” ad altre tre statuette di stesso soggetto, provenienti dal medesimo capitello di pilone e anch’esse esposte in Museo: un “Profeta”, un “Profeta con cappuccio” e un “Profeta con libro aperto”. Le quattro opere sarebbero riconducibili a un artista fiammingo attivo presso il cantiere del Duomo e influenzato da André Beauneveu, scultore, pittore e miniatore francese i cui “Profeti” realizzati per l’interno della Sainte-Chapelle di Bourges (oggi al Musée du Berry, Bourges) presentano affinità stringenti con le quattro statuette della Cattedrale milanese.