Il modello in gesso è oggi esposto in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.
Datata 1857, l’opera raffigura “San Canuto re” (1040 circa – 1086), monarca danese che attuò politiche favorevoli alla Chiesa sostenendo il clero, per poi essere ucciso da alcuni sudditi ribelli.
Il soggetto è rappresentato come un possente sovrano barbato dalla lunga chioma, con lo sguardo ieratico rivolto verso l’osservatore. Sul capo è visibile una corona mancante delle punte.
Abbigliato con una tunica e un manto dagli ampi panneggi, il santo incrocia le braccia sul petto e poggia i piedi, cinti da calzari, su un basamento poligonale con inscritto il suo nome.
Vicino al piede sinistro si nota un tronco che sostiene la figura; un altro elemento con funzione analoga è visibile in mezzo ai piedi.
Grazie alle fonti d’archivio, è stato possibile attribuire l’opera a Pompeo Marchesi: originario di Saltrio, presso Varese, si formò all’Accademia milanese di Brera, dove vinse un soggiorno di studio a Roma durante il quale ebbe modo di confrontarsi sia con la statuaria antica sia con la produzione artistica di Antonio Canova, maestro del neoclassicismo.
Rientrato a Milano nel 1810, lo scultore inaugurò la sua lunga attività per il Duomo, durata quasi cinquant’anni e avviata con il colossale “San Filippo apostolo” per la facciata della Cattedrale, anch’esso oggi custodito in Museo nella sala dedicata all’Ottocento (n. 17).
Il gesso raffigurante “San Canuto re” fu invece eseguito da Marchesi per una versione marmorea di maggiori dimensioni, collocata preso uno dei finestroni del fianco meridionale del Duomo.