Scultura

Sant’Ambrogio con lo staffile

di Scultore lombardo

Cronologia: Inizio del XVII secolo

Misure cm: 90 × 42 × 30

Materia e Tecnica: Marmo di Candoglia a tuttotondo

N. Inventario: ST161

Raffigurante “Sant’Ambrogio” e databile all’inizio del Seicento, la scultura in marmo di Candoglia proviene verosimilmente da una guglia del fianco meridionale del Duomo, da cui è stata rimossa per entrare in Museo nel 1953. Qui è oggi esposta nella sala dedicata all’età borromaica (n.10)

L’opera rappresenta appunto sant’Ambrogio (IV secolo): dottore della Chiesa, vescovo e patrono di Milano, fu guida autorevole dell’episcopato dell’Italia del Nord. Strenuo avversario degli eretici, in particolare gli ariani, difese il primato della Chiesa di Roma entrando spesso in contrasto con il potere imperiale, che secondo lui doveva essere considerato dentro la Chiesa e non al di sopra di essa.

Il santo è raffigurato come come un vescovo maturo con barba e capelli ricciuti, dallo sguardo intenso rivolto verso la sua sinistra.

Abbigliato con mitra sul capo, tunica e piviale, egli brandisce nella mano destra uno staffile, frusta impiegata contro i suoi avversari, mentre la sinistra regge un libro chiuso.

Sant’Ambrogio poggia su un basamento poligonale.

La statua è stata ricondotta dagli studiosi a un ignoto scultore lombardo, che sembra aver guardato alla pittura milanese fra Cinque e Seicento sia per quanto riguarda l’andamento dei panneggi ad ampie falde sovrapposte, che si confronta bene con analoghe soluzioni pittoriche utilizzate da Giulio Cesare Procaccini, sia, più in generale, per l’animazione del movimento del santo attraverso lo staffile e i capelli agitati da un vento immaginario.