L’antello di vetrata, databile al 1548, è di provenienza ignota: gli studi più recenti ne ipotizzano l’appartenenza alle “Storie di Maria” decoranti la finestra della sacrestia capitolare del Duomo. Allo stesso ciclo sarebbe da ricondurre anche un coevo antello con la “Nascita di Maria”, dal 1977 custodito come l’altro in Museo, oggi nella sala dedicata all’arte vetraria della Cattedrale (n. 9).
In particolare, il secondo antello della serie rappresenta lo “Sposalizio di Maria”, madre di Gesù e anticipatrice della sua venuta. Quest’ultima, raffigurata sulla sinistra, riceve l’anello da parte di Giuseppe, che occupa la parte destra della scena. Entrambi i personaggi hanno il capo cinto dall’aureola.
Ambientata all’interno di un tempio con colonne su entrambi i lati e soffitto a travi lignee, la composizione è animata anche dal sacerdote celebrante, in mezzo ai due sposi, e da un gruppo di quattro partecipanti alle nozze (due donne a sinistra e due uomini a destra).
Nella parte inferiore della scena, sulla destra, si nota inoltre ciò che resta di alcuni elementi andati perduti (i frammenti di una scala e la gamba di un bambino seduto).
Infine, sopra la testa di Giuseppe è visibile la Colomba dello Spirito Santo, circondata da raggi di luce.
Dal punto di vista conservativo, l’antello presenta diversi inserti incongrui, in particolar modo nella parte inferiore e nell’architettura; un recente restauro ha permesso di rimuovere alcuni invasivi piombi di sutura e pulire le tessere, restituendo leggibilità e luminosità alla grisaglia (cioè la pittura in chiaroscuro tipica delle vetrate).
Secondo gli studiosi, il cartone preparatorio dell’opera è riconducibile al pittore Giovanni da Lomazzo detto “Luini” perché cugino della moglie di Bernardino Luini, maestro del primo Cinquecento lombardo influenzato da Leonardo per lo studio della prospettiva aerea e la levità del chiaroscuro.
In particolare, l’antello con lo “Sposalizio di Maria” presenta affinità stilistiche con le “Storie di Cristo” affrescate intorno al 1555 dallo stesso Giovanni da Lomazzo per il monastero milanese di San Vincenzo alle monache, oggi conservati presso i Musei Civici del Castello Sforzesco.
L’esecuzione dell’antello spetterebbe invece al maestro tedesco Corrado de Mochis, uno dei principali vetrai cinquecenteschi del Duomo.