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Il restauro della statua di San Bartolomeo

Il restauro della statua di San Bartolomeo

Il Duomo di Milano è conosciuto in tutto il mondo per la particolare ridondanza delle sue decorazioni scultoree: migliaia di personaggi, per lo più santi ma non solo, popolano questa Cattedrale, rendendola unica nel panorama artistico di tutti i tempi. Tra questi innumerevoli volti sono davvero poche le figure che rimangono impresse nella memoria dei fedeli e dei visitatori tanto da essere ricordate con precisione. Una di esse è certamente la scultura di Marco d’Agrate che rappresenta San Bartolomeo.

L’apostolo, che secondo la tradizione trovò il martirio in Armenia dove fu scuoiato e poi decapitato, è raffigurato con la sua stessa pelle appoggiata sulle spalle, con il coltello – strumento del suo martirio – nella mano destra, e il Vangelo aperto tenuto dalla mano sinistra. L’opera da sempre colpisce l’attenzione di chi la osservi per l’impressionante realismo e la precisione anatomica dei suoi dettagli. Come tante statue del Duomo, a dispetto di quanto forse molti possono immaginare, anche questa ha subito nel corso dei secoli numerosi spostamenti, che possiamo ricostruire sfogliando le carte dell’Archivio della Veneranda Fabbrica.

 

La scultura, realizzata presumibilmente negli anni Sessanta del Cinquecento, fu collocata all’esterno, sul fianco meridionale, che dobbiamo immaginare, diversamente da come lo conosciamo oggi, affacciato su una stretta via che separava la Cattedrale, allora ancora in costruzione, dal lato del Palazzo Reale poi demolito per far posto all’attuale piazzetta.

Proprio la posizione in qualche modo infelice scelta inizialmente per la scultura, fa deliberare il Capitolo della Fabbrica, circa un secolo dopo la sua realizzazione, di rimuovere questa e altre tre statue ritenute «di grande valore» dalla loro collocazione per portarle all’interno. Oltre al San Bartolomeo vengono rimosse dai finestroni meridionali una Santa Maria Maddalena, un San Giovanni evangelista e un San Michele di altri scultori. Il verbale che registra tale decisione, datato 21 agosto 1664, riporta proprio che esse non potevano essere viste da coloro che avrebbero voluto ammirarle e per questo motivo annota la volontà degli amministratori di posizionarle all’interno della Cattedrale, nei pressi della cappella di San Giovanni Bono, ovvero nel transetto meridionale.

 

Come possiamo ricostruire dalle fonti, non solo archivistiche ma anche bibliografiche, le statue furono però collocate in altro luogo, ovvero nel retrocoro. Nella Descrizione di Milano di Serviliano Lattuada del 1737 la statua di San Bartolomeo risulta essere esposta infatti subito dopo il Chrismon, insieme alle altre tre statue portate all’interno nel Seicento. Probabilmente anche questa collocazione non pareva abbastanza accessibile ai già tanti ammiratori di queste straordinarie sculture, tanto che nel 1743 è testimoniata l’istanza di un’anonima «persona pia» che si offrì di sostenere le spese del trasporto delle statue di San Bartolomeo e di San Michele dal retrocoro alla già citata cappella di San Giovanni Bono. Tale spostamento ancora una volta non venne realizzato, come dimostrano le Guide della prima metà dell’Ottocento, che ancora menzionano il San Bartolomeo laddove lo aveva visto il Lattuada.

Solo ai primi del Novecento, troviamo effettivamente la celeberrima scultura in una nuova collocazione. Le fotografie dell’epoca conservate in Archivio ce la mostrano, con certezza dagli anni Venti, tra l’altare della Presentazione e l’altare di Sant’Agnese, nei pressi dell’ingresso laterale del Duomo, verso l’Arcivescovado.

 

 

Maddalena Peschiera

Elisa Mantia

 

 

Una nuova collocazione per la statua di San Bartolomeo

Dallo scorso mese di novembre la statua di San Bartolomeo è stata rimossa dalla sua collocazione, per essere sottoposta a operazioni di pulitura e restauro, che dureranno circa un paio di mesi. L’intervento, resosi ormai necessario dai numerosi e spessi depositi superficiali, diffusi in modo omogeneo su tutta la scultura, è realizzato dalla ditta Magistri restauri di Eros Zanotti, incaricata della Veneranda Fabbrica del Duomo.

 

La statua risulta in buone condizioni conservative, presenta solo delle piccole mancanze sulla mano destra e sul libro che regge nella mano sinistra. La pulitura avverrà attraverso impacchi di Nasier gel, secondo i più moderni e meno invasivi metodi di restauro di opere lapidee. Terminato l’intervento, che interesserà anche il basamento, la statua verrà ricollocata in Duomo, ma in una nuova posizione all’inizio del retrocoro, in modo da essere comunque ancora visibile nella sua ritrovata bellezza.

 

Nel transetto troverà collocazione una diversa scultura, il Cristo alla colonna, opera di Cristoforo Solari detto il Gobbo. L’Opera realizzata entro la fine del secondo decennio del xvi secolo probabilmente per l’altare di San Giovanni Damasceno e poi da lì spostata nel 1577, si trovava all’interno della Sacrestia meridionale fino a qualche anno fa. Recentemente ripulita, è stata oggetto di importanti studi in occasione di due esposizioni all’estero e in Italia.