S. CANZIANO

31 MaggioGuglia di facciata-G12
Emblema: Palma, Corona Alloro

I santi Canzio, Canziano e Canzianilla sono ritenuti dalla tradizione tre fratelli cristiani, che furono martirizzati nei pressi di Aquileia sotto l’impero di Diocleziano. Imparentati con la nobile e potente famiglia degli Anici, i tre fratelli furono educati alla fede cristiana dal loro pedagogo Proto. Morto l’imperatore Carino, forse un loro parente, ed intensificatasi la persecuzione contro i cristiani, i tre fratelli decisero di lasciare Roma e rifugiarsi presso Aquileia, dove era vescovo Crisogono, loro amico. Prima di lasciare Roma, i tre liberarono tutti i loro schiavi dopo averli battezzati, vendettero tutto ciò che possedevano e distribuirono il ricavato tra i poveri. Giunti ad Aquileia, però, furono informati del martirio di Crisogono presso Aquae Gradatae. Durante la notte apparve loro Cristo, che li esortava a recarsi sul luogo del martirio.  Il giorno successivo, arrivati a destinazione, s’inginocchiarono e pregarono sulla tomba di Crisogono, ma furono arrestati dalle guardie dei magistrati aquileiesi. Invitati ad abiurare la loro fede cristiana, Canzio, Canziano e Canzianilla con Proto rifiutarono e furono immediatamente decapitati. Il monaco Zoilo, lo stesso che in precedenza aveva recuperato e sepolto il corpo di Crisogono, diede loro una sepoltura comune in una fossa rivestita di lastre marmoree. La ricorrenza della loro memoria è il 31 maggio, data della loro passione secondo la tradizione.

 

Le vicende della statua nel Cantiere Duomo:

La statua di San Canziano è stata eseguita nel 1950 su modello di Arturo Malerba. Non si hanno particolari notizie circa questa scultura, solo che con tutta certezza essa fa parte di quel gruppo di statue realizzate a metà Novecento e destinate a rioccupare posto sulla sommità di quelle guglie rimaste vacanti a seguito dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. San Canziano è rappresentato qui come un giovane dai lineamenti morbidi e dolci, mentre guarda fisso davanti a sé, in contemplazione di qualcosa di molto lontano. Nella mano sinistra regge una corona d’alloro, simbolo di gloria e d’immortalità.

 

Questa guglia è stata adottata da: