Isidoro nacque a Madrid nel 1080 circa, da umile famiglia e prodigò la sua vita per la cura dei campi e la preghiera. Rimasto orfano, si guadagnò da vivere come bracciante, passando di signore in signore, e ogni volta mettendosi in mostra per l’acribia e lo zelo del suo lavoro, nonché per la solerte religiosità. Così suscitò spesso l’invidia degli altri braccianti, che lo accusarono spesso di abbandonare il lavoro per pregare, ma più di una volta accadde un prodigio: mentre pregava gli angeli avrebbero arato per lui i campi. Questi eventi straordinari gli procurarono fama e venerazione. Frattanto, la Storia faceva il suo corso. Gli Almoravidi, nobile famiglia musulmana del Marocco, conquistava Madrid e la Spagna meridionale. Isidoro fuggì a Nord, dove sposò la giovane Maria. La sua fu una vita di grande dedizione al lavoro e alla preghiera, senza sosta, simbolo delle virtù cristiane, dividendo il poco che aveva con i meno fortunati. Morì nel 1130 e la sua vita fu narrata da un tale Giovanni diacono intorno al 1275. Di Madrid oggi il patrono e a lui è dedicata la vecchia Cattedrale della città. E’ un santo però amato anche in Francia, in Germania e in Italia. La sua caratteristica è essere rappresentato sempre come un contadino, con i costumi tipici del contado del luogo in cui è venerato. In Spagna ha spesso il cappello a tesa larga e spinge un carro di buoi. Isidoro ricorda che nel lavoro c’è il frutto. E’ sull’abside, dove ha appena posato la vanga e si volge al Cielo. Tutte le città sono circondate da contadini e moltissimi sono stati i contadini lombardi che hanno donato il frutto del loro sudore alla Cattedrale, perché splendesse nei secoli. Il Duomo, opera che fisicamente e metaforicamente si slancia verso il cielo, ha le sue radici ben salde nella terra.
S. ISIDORO L’AGRICOLTORE
Città di cui è il patrono (patrocinio): Santo Protettore: contadini, raccolti, campi Emblema: Vanga