San Simeone nacque nel 389 d.C. al confine tra la Cilicia e la Siria, ed è conosciuto per aver condotto una vita da asceta cristiano. Cresciuto sotto l’influenza della madre Marta (anche lei santa) sviluppò ben presto un grande entusiasmo per la fede cristiana, iniziando già in giovanissima età ad osservare un comportamento molto austero tanto da entrare in monastero ancor prima del sedicesimo compleanno. In occasione della Quaresima iniziò un lungo digiuno che lo ridusse in condizioni fisiche critiche e, lasciato il convento, iniziò una vita quasi da eremo: si rinchiuse in una capanna per un periodo di tre anni, nella quale passò l’intero periodo Quaresimale nuovamente senza mangiare. Dopo questo periodo, Simeone cercò un’eminenza rocciosa sui pendii di quello che ora è la Montagna Sheik Barakat e decise di sistemarsi in uno spazio avente meno di 20 metri di diametro. Allo scopo di isolarsi dalla massa sempre crescente di pellegrini che venivano a trovarlo sul monte, Simeone creò una piccola piattaforma sulla sommità di un pilastro che trovò nelle vicinanze, e su questa decise di vivere per il resto della sua vita. È stato affermato che, poiché pensò di non essere capace di scappare dal mondo in orizzontale, decise allora di fuggire in verticale. La statua di San Simeone stilita fa parte delle guglie della Terrazza Centrale. La mano destra del Santo è appoggiata al petto mentre nella sinistra regge un cartiglio parzialmente srotolato. Dietro la gamba destra è visibile un tronco d’albero, a testimonianza della sua particolare vicenda storica. Si presenta a piedi nudi e con lo sguardo rivolto verso l’alto. La scultura fu realizzata nel 1811 da Gaetano Matteo Monti, ai tempi scultore per la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano.