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Il restauro del Dittico delle cinque parti

L’opera torna al suo antico splendore al Museo del Duomo

Il Tesoro della Cattedrale, conservato nella sezione dedicata del Museo del Duomo, raccoglie numerosi oggetti di uso liturgico, di proprietà del Capitolo Metropolitano. Tra questi, spicca per bellezza e importanza storico artistica una Coperta di Evangeliario, conosciuta come Dittico delle cinque parti. L’opera prende il nome dal numero di placchette eburnee, che decorano ognuna delle due parti (valve o piatti) di cui è composta, realizzate probabilmente nel v secolo da botteghe ravennati.

Il prezioso manufatto in avorio e finemente decorato con applicazioni in oro e pietre preziose è stato oggetto di un recente intervento conservativo a cura del Laboratorio di Restauro Franco Blumer, sostenuto da Factorit s.p.a. con grande generosità.

Si è proceduto, innanzitutto, alla rimozione della cornice lignea non coeva, in cui erano inserite le due valve, e all’eliminazione dei chiodi in ottone settecenteschi, che disturbavano la lettura degli episodi e, in alcuni casi, avevano danneggiato l’opera provocando evidenti fessurazioni. Le superfici in avorio, come pure le gemme preziose e l’oro, sono state quindi ripulite dai depositi superficiali. La fase di smontaggio ha permesso di comprendere il sistema di ancoraggio a incastro delle placchette, mostrando la lavorazione e l’antica numerazione sul retro, non visibili precedentemente, poiché coperte dal supporto ligneo. L’avorio ripulito ha ora ritrovato la sua antica e naturale bellezza; si colgono la naturalezza dei gesti, l’espressività delle figure, l’accuratezza della definizione dei particolari. Grande cura è riservata alla rappresentazione degli animali e degli oggetti, alla matericità delle vesti e persino alla leggerezza dei tessuti, dettagli questi coperti, fino a oggi, da strati di sporco che opacizzavano le superfici. Si percepisce ora la precisione della lavorazione e lo sforzo dell’artigiano – forse bisognerebbe considerarlo un “artista” di elevata qualità – nel cercare di rappresentare la volumetria dei corpi, la profondità e il movimento attraverso un finissimo intaglio, non certo facile da realizzare, se pensiamo alle caratteristiche dell’avorio e allo spessore minimo di queste placchette.

Il Dittico delle cinque parti è opera preziosa sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista iconografico e storico: le due valve vogliono, infatti, evocare sia la natura umana del Cristo (quella con l’Agnus Dei) sia la sua natura divina (quella con la Croce gloriosa). Gli episodi della vita di Gesù qui rappresentati, tratti dai Vangeli canonici e apocrifi (alcuni anche di difficile interpretazione), rivelano la presenza di un progetto iconografico colto e raffinato, che allude a fonti molto antiche e agli scritti dello stesso vescovo Ambrogio.

Quest’opera, appartenente al Tesoro della nostra Cattedrale, è strettamente legata alla storia della Chiesa di Milano e può, ora, tornare a essere ammirata nel percorso di visita del Museo del Duomo.