Ai Milanesi è dedicata questa statua con le fattezze di un militare. Milano ne ha visti di Capitani, uomini combattenti che attraverso i secoli sono stati protagonisti indiscussi della città e dei suoi cambiamenti. Tra i primi avventurosi degno di nota si ricorda Squarcino Borri, fedelissimo capitano che servì Ottone Visconti nella battaglia di Desio. La sua spada aiutò il casato a vincere e a prendere quindi il controllo della città. Era il 1277: una data importante anche per il Duomo, di cui proprio i Visconti furono gli ideatori. Verranno poi i tumultuosi anni che vedranno gli Sforza e i Visconti contendersi il controllo della città, e i capitani di allora cambieranno più volte campo, come prevedeva la professione. Uno dei più importanti condottieri meneghini fu certamente Bartolomeo Colleoni conosciuto anche come il “difensore di Milano” nonostante non riuscì a fermare l’avanzata degli Sforza. Più celebre ancora fu il Carmagnola, che aiutò Filippo Maria Visconti a riprendere il potere ma poi, passato ai veneziani, si scoprì fare il doppiogioco in favore dei milanesi e per questo fu decapitato. Storie di tradimenti e di contratti: anche questo era il mestiere delle armi. E poi verranno altri capitani e altre avventure negli anni in cui Milano si scuoteva sotto il peso austriaco avviandosi verso l’Unità d’Italia, fino ad arrivare ai condottieri che nel Novecento hanno difeso con coraggio la città dai nemici interni ed esterni. Il Duomo in costruzione ha visto passare decine di capitani, stendardi, bottini. Questo soldato sembra ricordare proprio quelle storie, dimenticate nella memoria, quando la leggenda sopraggiunge a tappare i buchi tra i ricordi. La statua originale del Guerriero Armato fu eseguita dallo scultore Giuseppe Perego nel 1760. Quella che si può ammirare oggi sulla guglia G61 è una sua riproduzione risalente al 1953 circa, e si presenta con alcune piccole varianti: è anch’essa dotata di corazza, armatura e un vistoso pennacchio, elemento che lo denota come un graduato. La mancina non è alzata mentre afferra una lancia in ferro, come nell’opera del Perego, ma poggia sull’elsa di una spada, mentre la destra è chiusa a pugno sul fianco.