Sant’Alessandro è uno dei tre martiri trentini, insieme a Sisinnio e Martirio, che arriva dalla Cappadocia, ancora oggi venerato a Trento. Egli visse nel IV secolo, e arrivò presso il Mediterraneo come evangelizzatore per diffondere il Vangelo nella penisola italiana, che faceva da ponte naturale verso il continente; proprio per questo l’Italia deve la sua fede cristiana anche a santi come loro, dove trovarono molti oppositori ma anche molti nuovi fedeli. I tre furono accusati dell’imbonimento della popolazione locale, e per questo assaliti e malmenati presso la loro chiesa durante una festa pagana; Alessandro venne in seguito arso vivo, usando gli stessi legni della sua chiesa distrutta. Era il 29 maggio 397, giorno in cui ancora oggi si celebra la sua figura.
Nell’attuale Senzeno, luogo del martirio, fu eretta una basilica in nome dei tre santi. Pochi sono i casi in cui nella Chiesa dei primi secoli la storia di un martirio e di un santo evangelizzatore sono così ben documentati.
Le vicende della statua nel Cantiere Duomo:
Il Sant’Alessandro della guglia G15 è stato realizzato a metà del ‘900; l’autore del modello è Arturo Malerba, mentre l’autore della statua presente in cima alla guglia non è conosciuto. È una statua che si trova in facciata e che fu interessata dai bombardamenti di guerra.