Primo vescovo di Zamora (Spagna), Attiliano fu amico di Froilano di León. I due vissero come eremiti sul Monte Curueño fino a quando, con l’appoggio del re Alfonso III il Grande, i due non fondarono diversi monasteri nella regione di León in Castiglia, probabilmente benedettini. Il lavoro di Attilano e Froilano fu quello di riportare la parola di Cristo nei territori prima islamizzati. Il nome di Attilano appare in diversi documenti del re Alfonso e successivi e i due furono consacrati a León nel giorno di Pentecoste del ‘900. In una tarda leggenda posteriore al 1132, si narra inoltre che Attilano, dopo dieci anni di episcopato, decise di fare un pellegrinaggio a Gerusalemme e uscendo dalla città gettò l’anello pastorale nel fiume Dero. Due anni dopo, al suo ritorno, alloggiò in una capanna fuori città senza essere riconosciuto; aperto un pesce che il suo oste gli aveva messo innanzi, vi trovò dentro l’anello. La leggenda narra allora che i cenci si trasformarono in ricche vesti pontificali e le campane suonarono a festa. Il corpo del santo fu ritrovato nel 1260 nella Cattedrale di Sant’Ildefonso di Zamora, dove si trova ancora oggi sotto l’altare maggiore assieme all’anello e al bastone da pellegrino, ad eccezione della testa che fu portata nella Cattedrale di Toledo. Il Sant’Attilano della Guglia G78 è rappresentato come un giovane ragazzo imberbe, avvolto unicamente da una tunica corta che gli lascia scoperte le gambe. Il corpo del giovane è leggermente rivolto verso sinistra, mentre guarda in basso come per incontrare lo sguardo dei passanti. Alcuni recenti studi condotti sull’opera hanno però rinvenuto un’incisione alla base della stessa, che riporta il nome “S. Gratiniano”. Sono quindi stati avviati accertamenti sull’identificazione della statua, attualmente ancora in corso.
S. ATTILANO
Città di cui è il patrono (patrocinio): Tarazona, Zamora