Le fonti descrivono san Gervaso e san Protaso come gemelli figli dei santi Vitale e Valeria, cristiani e per questo uccisi. Alla morte dei genitori vendettero tutti i beni di famiglia per distribuirne il ricavato ai poveri e si ritirarono a vita meditativa. Dopo dieci anni vennero scoperti e denunciati alle autorità che li catturarono e li portarono davanti ad Astasio, legionario dell’esercito imperiale di passaggio a Milano, perché offrissero sacrificio agli dei. Non si ebbero più loro notizie fino al giugno del 386 d.C. , anno in cui vennero rinvenuti grazie a degli scavi ordinati da sant’Ambrogio, nella zona di Porta Vercellina, a Milano. I corpi furono traslati il 18 giugno dello stesso anno nella Basilica Fausta per una veglia di preghiere e il giorno seguente nell’appena terminata Basilica di S. Ambrogio, che fu consacrata con la deposizione di queste reliquie dover ancora oggi riposano.
Le vicende della statua nel Cantiere Duomo:
La statua di San Gervaso è opera dello scultore Ambrogio Consonni, realizzata nel 1950. Il Santo è rappresentato come un martire: è un’opera in movimento, cammina in avanti con la palma del martirio alzata in alto con coraggio. La palma è riconosciuta universalmente come simbolo del sacrificio, ma allo stesso tempo anche di vittoria, ascesa e rinascita. Alcune scansioni arrivate dalla fototeca di Veneranda Fabbrica mostrano un’incisione alla base della statua.