Vitale, insieme ad Agricola, è un martire a cui si devono le radici della chiesa bolognese. San Vitale fu sconosciuto fino al 392, quando un vescovo bolognese ritrovò resti del suo corpo in un cimitero ebreo di Bologna; egli gli diede una degna sepoltura con rito funebre cristiano, a cui assistette anche Ambrogio, a cui si deve la diffusione del culto di San Vitale in Occidente. In ogni caso sappiamo poco della sua vita, se non che Vitale fosse un cittadino cristiano di Bologna e servitore di Agricola. Vitale aveva seguito il suo padrone anche nella fede, e fu il primo ad andare incontro al martirio: dopo essere stato condotto all’interno dell’Arena fu torturato fino alla morte. Anche Agricola venne torturato e martirizzato, essendo stato incoraggiato dall’atto coraggioso del suo servo.
Le vicende della statua nel Cantiere Duomo:
Anche se non è ancora stata riscontrata nei documenti d’Archivio una data precisa, l’originaria statua raffigurante San Vitale fu scolpita dall’artista Donato Carabelli presumibilmente agli inizi dell’Ottocento e la si può oggi scorgere alla sommità di una delle guglie di facciata, in prossimità di quella dedicata a San Agricola, a testimonianza perenne del legame tra i due santi. Inoltre è presente un’iscrizione alla base della statua, visibile grazie alla immagini che ci son arrivate dalla fototeca di Veneranda Fabbrica, che ci conferma l’identità del santo.