Le notizie che sono arrivate fino a noi su San Felice sono dovute all’opera di San Paolino da Nola, che valorizzò il suo luogo di sepoltura e realizzò il primo documento storico sulla sua vita. Felice nacque a Nola nel III secolo d.C. e decise di consacrare la sua vita a Cristo come presbitero. Egli collaborò con il vescovo di Nola, che durante le persecuzioni contro i cristiani lasciò la città e incaricò Felice come suo successore. Fu poi imprigionato e torturato, ma liberato miracolosamente da un angelo che lo portò in salvo in un luogo deserto. Nel 313, con la pace di Costantino, Felice ritorna a Nola; non si conosce l’anno della sua morte, l’unica cosa sicura è che avvenne dopo il 313. Nonostante non fosse stato ucciso Felice fu da sempre venerato come martire, poiché aveva sofferto molto e per miracolo era riuscito a salvarsi la vita. Il prete martire di Nola è celebrato il 14 gennaio.
Le vicende della statua nel Cantiere Duomo:
Il San Felice presente in facciata è una riproduzione del Novecento ad opera di Di Ceglie. La statua originale, invece, non si sa con precisione a quali anni risalga anche se essendo stata scolpita da Grazioso Rusca, ideatore del modello, si può collocare con molta probabilità nel primo decennio dell’Ottocento. San Felice è qui rappresentato nelle vesti di martire, con un panno che avvolge solo parzialmente un corpo armonioso, con torace ruotato a destra e testa piegata dalla parte opposta. Il Santo porta le braccia al petto e al torace, in un atto di probabile penitenza.